
Pubblicato su Un popolo in cammino – gennaio 1993
Come per la vita nel suo sviluppo naturale, dopo essere nati e dopo essere cresciuti, è necessario prendere cibo ogni giorno per conservare ed aumentare le proprie energie fisiologiche, così anche nella vita dello spirito, una volta rinati (con il Battesimo), una volta cresciuti (con la Cresima), è necessario un cibo spirituale per sostenere la vita soprannaturale, la vita dell’anima. Questo cibo, unico ed insostituibile è l’Eucarestia. Nel sacramento dell’Eucarestia noi riceviamo non solo la grazia, ma l’autore stesso della grazia, Gesù Cristo.
Va tenuto presente, però, che si tratta di un altissimo Mistero della Fede, al quale bisogna avvicinarci piuttosto adorando che discutendo.
1-NOZIONE
Il termine “Eucarestia” viene dal termine greco «Eucharistein» che significa rendere grazie. Viene usato dagli evangelisti nella narrazione della istituzione, da parte di Gesù Cristo, del Sacramento del suo sacrificio in forma di banchetto.
Venne adoperato dalla chiesa fin dal primo secolo. Si trova molte volte nella Didachè, quattro volte nelle epistole di S. Ignazio di Antiochia, riappare, poi in S: Giustino, in S. Ireneo e Tertulliano, nella Traditio Apostolica (inizio secolo III) ed in altri documenti liturgici. Si affermò come espressione comune per designare il Sacramento del sacrificio del Signore a partire dal secolo IV.
2-DEFINIZIONE
« L’Eucarestia è il Sacramento nel quale Gesù Cristo sotto i segni del pane e del vino è presente veramente, realmente e sostanzialmente con il Corpo, il Sangue e la divinità per offrirsi al Padre in sacrificio e per nutrimento dell’anima».
La presenza reale e sostanziale di Gesù con il suo Corpo e con il suo Sangue nell’Eucarestia si verifica mediante il cambiamento (conversione) di tutta la sostanza del pane nel suo Corpo e di tutta la sostanza del vino nel suo Sangue. Questo cambiamento di sostanza con un termine teologico si chiama transustanziazione ed avviene durante la S. Messa, al momento della Consacrazione. Dopo la Consacrazione Gesù è tutto presente, ed in ogni parte sotto la specie del Pane. E’ tutto presente, ed in ogni parte, sotto la specie del Vino. Non solo, ma è tutto presente anche nelle singole parti di ciascuna specie.
La verità della presenza di Gesù nella S.S. Eucarestia è uno dei più grandi misteri della nostra Fede. La ragione non ne poteva conoscere l’esistenza prima della rivelazione: e anche dopo la rivelazione, non ne può provare positivamente l’intrinseca possibilità. Il dogma Eucaristico è sopra la ragione, ma non contro la ragione stessa.
L’Eucarestia, vista in se stessa è, prima di tutto, il Sacramento dell’Amore di Dio verso gli uomini, perché in esso, come si esprime il Concilio di Trento: «il nostro Salvatore passando da questo mondo al Padre … effuse le ricchezze del suo Amore per gli uomini».(Denzingher 1638)
L’Eucarestia è, in secondo luogo, il Sacramento dell’unità della Chiesa. Il nuovo popolo messianico convocato dalla Parola, nella celebrazione Eucaristica proclama pubblicamente di fronte a tutto il mondo, che tutti i suoi membri attingono la vita da un’unica fonte, ad un medesimo pane, consacrato in un azione di grazie comune, ricevuto in una fede comune: il «Pane disceso dal cielo» Gv. 6,50
La Chiesa è una, perché una è l’Eucarestia.
L’Eucarestia è, inoltre, la sorgente della vita e di ogni grazia per la nuova comunità Messianica e per ognuno dei suoi membri. L’Eucarestia è tutto questo, perché essa è, prima di tutto il memoriale della morte e risurrezione di Cristo, da Lui istituito ed affidato alla Chiesa, perché in essa e per mezzo di essa, venga perpetuato attraverso i secoli fino al ritorno. Questo memoriale del sacrificio della Croce è anche esso sacrificio: Sacrificio Eucaristico. Quella sacrificale è una dimensione essenziale dell’Eucarestia Cristiana. Sacrificio di Cristo.
L’Eucarestia è anche sacrificio della Chiesa: di Cristo e della Chiesa. Del “Cristo totale” come dice S. Agostino. Perciò l’Eucarestia, come qualsiasi azione liturgica, non è “azione privata”, ma celebrazione della Chiesa … appartiene all’intero corpo della Chiesa, lo manifesta e lo implica, l’Eucarestia “è il Sacramento di unità, vincolo di carità, convito pasquale, in cui si riceve Cristo, il cuore è ricolmo di grazia ed a noi viene dato il pegno della gloria futura”. (Agostino commento di S. Gv. Ev. 26,6.13)
3-ISTITUZIONE
Il Sacramento dell’Eucarestia fu istituito da Gesù Cristo, nell’ultima Cena consumata con gli apostoli nel cenacolo il giovedì santo, nella notte prima della Sua Morte (Mt.26,26-28; Mc.14,22-25; Lc.22,19-20; I Cor.11,23). Il Concilio di Trento dice che Gesù, dopo aver benedetto il pane e il vino, dichiarò con parole manifeste e perspicue di donare agli apostoli il suo Corpo ed il suo Sangue. Queste parole del Signore sono riferite dagli evangelisti e sono riportate anche da S. Paolo: “questi è il mio Corpo … questo è il mio Sangue … fate questo in memoria di me”. Secondo l’insegnamento della Chiesa, Gesù istituì l’Eucarestia per tre fini principali:
– per restare perfettamente in mezzo a noi ed essere il nostro compagno nel cammino della nostra vita: “non vi lascerò orfani …”.
– per unirsi a noi nella maniera più intima e perfetta facendosi nostro cibo nella S. Comunione. “Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue rimane in me ed io in lui”.
– per essere nostra vittima perpetua nel grande sacrificio dell’altare, ricordare e rinnovare sempre, fino alla fine dei tempi, in modo mistico, ma vero, il Sacrificio da Lui compiuto sulla Croce ed applicarcene efficacemente i frutti. Ed ecco la S. Messa. Sacrificio della nuova alleanza, mediante il quale ogni giorno Gesù si offre vittima incruenta all’Eterno Padre per noi, donandoci in questa oblazione santa di infinito valore una sorgente copiosa di beni e di grazie. S. Tommaso d’Aquino considerando questi tre fini che mossero Gesù Cristo alla istituzione di questo Sacramento, chiama l’Eucarestia il massimo di tutti i miracoli.
Don Angelo
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N.B. E’ questo un modo di proporre a tutte le famiglie ed ai singoli una possibilità di riflessione e di Catechesi. Non sottovalutare questa occasione.
Don Angelo