
Pubblicato su Un popolo in cammino – Febbraio 1993
MATERIA, FORMA e MINISTRO DELL’EUCARESTIA
- MATERIA
La materia per celebrare validamente l’Eucarestia è costituita dal pane di frumento e dal vino di uva. Alla base di questa dottrina vi sono i racconti biblici della istituzione dell’Eucarestia nell’ultima cena. Gli agiografi sono chiari nel dire che in quella occasione Gesù ha usato il pane ed il vino ordinando ai suoi discepoli di fare altrettanto in sua memoria dopo che fosse salito al Padre . (1° Cor. 11,24-25, Lc. 22,19). Nel Medioevo la Chiesa ha definito esplicitamente questa dottrina sulla materia che troviamo ribadita nell’ “Ordo Missae” dove si ricorda che “seguendo l’esempio di Cristo, la Chiesa ha sempre adoperato il pane ed il vino per celebrare il convitto del Signore” e che “il pane deve essere il frumento, secondo la tradizione di tutta la Chiesa”. Nello stesso modo di esprimere il nuovo Codice di Diritto Canonico.
In particolare per quanto concerne l’uso del pane, come materia della celebrazione dell’Eucarestia, esiste una duplice pratica:
- Nella Chiesa di Occidente è comandato il pane “azzimo” e vietato quello fermentato. Nel nuovo rituale della Messa si dice espressamente che il pane di grano “deve essere … azzimo secondo la tradizione della Chiesa latina”. Questa prescrizione, ripresa dal Codice di Diritto Canonico, dispone che “nella celebrazione eucaristica, in conformità con l’antica tradizione della Chiesa latina, il sacerdote usi il pane azzimo ovunque egli celebri”.
- Diversa è la pratica seguita nella Chiesa Orientale. In essa, nel 1054, viene riprovata la pratica di usare il pane azzimo per celebrare il banchetto eucaristico … Da notare che per quanto concerne la pratica della Chiesa d’Occidente di celebrare l’Eucarestia con il pane azzimo, essa non tocca certo la validità del Sacramento perché “nel pane di grano azzimo o fermentato è realmente reso presente il Corpo di Cristo ed i sacerdoti devono, ciascuno nel proprio pane, rendere presente il Corpo di Cristo in conformità alla consuetudine rispettiva della Chiesa Occidentale ed Orientale.
L’uso del pane azzimo alla validità del sacramento è facilmente dimostrabile dalla storia.
Il pane fermentato fu usato nella Chiesa Occidentale fino al secolo IX. Tuttavia bisogna annotare che, sulla scia di S. Tommaso d’Aquino, così si esprimono Ratzinger J. e Auer J. : “In considerazione della odierna apertura mondiale del traffico e del commercio è certo che accanto alla questione della “validità oggettiva” e della “legge della consuetudine ecclesiastica” quella delle “opportunità” potrebbe far valere i propri diritti di fronte alla lunga tradizione”.
L’altro elemento del segno sacramentale eucaristico è quello del vino di uva, come riportano gli evangelisti Matteo e Luca e come prescrivere il nuovo “Ordo Missae”.
Nessuna importanza ha il colore. Al vino, secondo la prescrizione ecclesiastica, va aggiunta un po’ di acqua, pratica già affermata dai Padri della Chiesa (Giustino – Ireneo – Cipriano). Tale aggiunta di acqua è richiesta per la legittimità del sacramento e non per la validità. Se viene a mancare l’acqua è ugualmente valida.
- FORMA
“La forma di questo sacramento sono le parole del Salvatore con le quali egli lo ha istituito nell’ultima cena”. Esse sono così espresse dalla Liturgia Latina: “Prendete e mangiate tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi” … “Prendete e mangiate tutti: questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.
Di tali parole le principali ed essenziali sono : “Questo è il mio corpo” e “Questo è il mio sangue”. Il pane ed il vino di cui ci nutriamo ogni giorno esprimono, ed in qualche modo contengono, tutta la vita dell’uomo: il suo lavoro, i suoi sacrifici, la sua attività, il complesso di relazioni sociali e personali. Nella offerta del pane e del vino a Dio creatore è contenuta l’offerta non solo di tutta la creazione, ma anche di tutta la vita e di tutta l’attività dell’uomo, di tutta la vita e di tutta l’attività dell’intera umanità, dei sacrifici e dei dolori inerenti alla sua condizione di pellegrina nel deserto di questo mondo, mentre cammina fiducioso nel Padre. E’, per tanto, l’intera umanità con tutte le vicissitudini che, ogni giorno, assieme al pane ed al vino, viene offerta sui nostri altari al Creatore dell’universo.
- MINISTRO
Il ministro dell’Eucarestia è soltanto il Sacerdote, validamente ordinato, che ha intenzione di consacrare come insegna il Concilio di Trento. Tuttavia anche questo sacramento può essere amministrato dai ministri indegni purché siano rispettate le norme che riguardano la sua struttura, perché il suo effetto non dipende dai meriti di chi lo amministra, ma dalla virtù e potestà di Cristo nostro Signore.
Forse ci stupisce che abbia richiamate queste cose, ma spesso possiamo dimenticarle perché non siamo più abituati a sentirle ripetere durante gli incontri di Catechesi. Per questo ho voluto ricordarle.
Don Angelo.