
Pubblicato su Un Popolo in cammino
Vergine e dottore della Chiesa – Patrona d’Italia
La Risurrezione di Gesù ci spinge anche ad attendere con pazienza il suo ritorno. La venuta finale del Signore, purtroppo, è divenuta per molti cristiani una vaga affermazione del credo oppure una temuta “fine del mondo”. Il Vangelo ci parla, invece, di attesa vigile, con le lampade accese, come le vergini della parabola. Questa attesa è possibile in noi, solo se nascerà un amore profondo e ardente per Gesù che deve venire: un amore che non sopporta la separazione a cui siamo costretti e che brama, dunque, con ardente desiderio, il suo ritorno nella gloria.
E’ questo desiderio del “Cristo dolce Gesù” che ha infiammato la vita di Santa Caterina, la vergine saggia e prudente di cui parla il Vangelo.
Colui che attende Caterina è un Gesù che vive nell’unità della Sua Sposa, la Chiesa. Allora la sua vigilanza instancabile la conduce a lavorare perché il dolce Cristo in terra, il Papa, ritorni ad essere il segno dell’unità e della pace.
Ella ha atteso con instancabile desiderio il suo Signore nutrendo l’attesa nel gusto inebriato del sangue di Cristo: quel sangue di cui parla in ogni sua lettera e che ella contempla con ardore come il segno più concreto ed evidente dell’Amore del Figlio di Dio.
Sangue versato perché tutti gli uomini in Lui potessero ritornate a riconoscersi fratelli, figli amati dall’unico Padre.
Da questo amore appassionato nasce il desiderio della Sua venuta, che anima anche noi ad un servizio alla Chiesa, Suo mistico Corpo.
Don Angelo