15 dicembre 1986
24 marzo 1987 Parrocchia S. Antonio Abate
Era un giorno d’autunno come tanti, confuso di nebbia.
Quel giorno don Angelo entrò per la prima volta nella nostra Chiesa e nella nostra vita.
Durante quella prima Messa, qui fra noi, è subito apparsa la sua figura così umile, silenziosa, modesta. Gli sguardi su di lui erano incuriositi e forse qualcuno avrà pensato: “un prete come tanti”. Eppure non è stato “come tanti”. Perché lui è unico. Ha un fascino indescrivibile che sa coinvolgere e trascinare senza imporsi. Ha un animo al colmo dell’entusiasmo, aperto e disponibile a chi è giovane, a chi cerca certezze, a chi non si accontenta di apparenze, ma vuole una testimonianza vissuta.
Nei tre mesi in cui è rimasto tra noi, è entrato nel cuore di tutti, conquistandosi immediatamente la nostra stima e il nostro affetto.
Ha saputo coinvolgerci, organizzare iniziative nuove, soprattutto ha saputo essere uno di noi. Da lui abbiamo imparato la gioia e l’entusiasmo di vivere, la certezza di una presenza divina che si rinnova ogni giorno. Ci ha richiamato con il suo modo di vivere allo stupore della scoperta di un Dio che è prima di tutto Amore.
Si è schierato con alcuni operai disoccupati da tempo e con altri in cerca di lavoro. Si è interessato alla carenza dei servizi pubblici a Pozzo ed ha cercato l’interesse della popolazione, e non un modo per mettere in evidenza se stesso. E’ un uomo con una grande carica di carità, generosità, ricchezza, speranza: sarà questo ciò che rimarra di lui.
Con i giovani è stato aperto, disponibile, travolgente; ha creato occasioni di svago e nello stesso tempo li ha fatti crescere nella certezza dell’appartenenza a Cristo.
La Parrocchia aveva bisogno di una spinta, di una motivazione, di un “amico”. E don Angelo è stato tutto questo. Con lui siamo riusciti ad andare al di là di una “veste nera” che tante volte blocca e inibisce. Al di là di tutto ci siamo incontrati con un uomo, con la sua vita, con le sue esperienze di dolore, con le sue speranze così forti e travolgenti. E’ impossibile non sentirsi muovere da tanto ardore, da tanta fede dalla sua carica vitale.
Abbiamo sentito nostra quella Chiesa che spesso appare così lontana: è stato come averla tra le nostre mani don Angelo ci ha fatto sentire e ci ha trattato sempre come persone, con la nostra libertà e la nostra voglia di vivere.
Di lui abbiamo un ricordo stupendo ed esaltante: niente e nessuno lo potranno cancellare.
Domenica 22 marzo durante la Messa delle ore 10.00, ultima a Pozzo d’Adda, nell’omelia, don Angelo ha rivolto un pensiero a ciascuno: agli anziani, agli ammalati, alle suore, ai ragazzi, ai bambini, al coro e con la voce rotta dall’emozione ha concluso dicendo: “ Se anche una madre dimenticasse il frutto delle sue viscere, io non vi dimenticherò…”.
A lui vogliamo augurare una missione sempre feconda e attiva come è stata quella fra noi. Ci mancherà, tanto, ma sarà sempre con noi: uomo generoso, attivo, grande davvero.
I parrocchiani di Pozzo d’Adda.