
Carissimi,
Sono contento di scrivervi queste cose proprio nella giornata in cui ricordiamo S. Giovanni Bosco. Prendo spunto proprio dalle parole che la liturgia di oggi ci mette sulle labbra.
Nella prima preghiera ci fa rivolgere a Dio Padre così:
“O Dio, che in S. Giovanni hai suscitato nella tua chiesa
un maestro di vita, accendi anche in noi la stessa fiamma
di carità a servizio della tua gloria e della educazione
umana e cristiana dei giovani”.
Innanzitutto ringraziamo Dio che ha suscitato un «maestro di vita».
Non possiamo comunicare la vita con la nostra parola! Non possiamo dire a coloro da cui siamo circondati «ama» quando noi odiamo, quando noi siamo litigiosi, quando per noi hanno più valore le cose delle persone.
Non possiamo dire “Và a messa” ai bambini o “Fà la Comunione” o “Confessati”, quando noi non facciamo un passo per convertirci all’amore che conosciamo in Gesù che ama anche quando lo odiamo.
Con la nostra vita, con il nostro modo di vivere, comunichiamo a loro il modo in cui vivere!
Siamo maestri di vita e non di parole, siamo amati e non condannati
“Accendi in noi la stessa fiamma di amore e di carità”
“A servizio dell’educazione umana e cristiana”
Normalmente dividiamo, ma questo è possibile solo con l’intellettualismo da cui siamo dominati noi occidentali,
UMANO
e
CRISTIANO
Bisogna essere umani! Giocare, divertirci, mangiare, bere, andare a spasso, stare con i propri amici!
E poi essere anche cristiani:
andare a messa
andare a catechismo
pregare al mattino e alla sera
Siamo, così, veramente farisei, veramente impostori.
Infatti, nella preghiera a conclusione della liturgia della parola diciamo:
“O Dio che hai suscitato nella tua Chiesa S. Giovanni Bosco, …
donaci, sul suo esempio, di giungere con i nostri fratelli alla
gloria di Cristo”.
E nella preghiera sui doni chiediamo:
“Donaci di manifestare nella vita il fascino della tua carità”.
E ancora nel prefazio:
“Dona ai genitori le grazie per formare i figli con la
intelligenza e la forza dell’amore. Tu esalti il grande
merito di coloro che impegnano la vita ad educate i
giovani ai valori che li conformano a Cristo, l’uomo
perfetto.
Perciò non può esserci divisione fra uomo e cristiano!
Cristo è l’uomo perfetto che ha vissuto la propria esistenza umana nel dono perfetto della vita ricercando il bene dei propri fratelli e affermando, perciò, che la vita è una chiamata all’amore.
C’è uno stile di vivere cristiano e uno stile di vivere mondano.
Ci si può divertire, essere con i propri amici, studiare e lavorare, mangiare e dormire come Cristo protesi alla ricerca del bene dei fratelli, oppure per affermare se stessi in contrapposizione agli altri.
Io prego perché il Signore renda la nostra comunità un segno, un sacramento, una realtà che si può vedere e toccare, amare e odiare, espressione dell’amore infinito di Dio Padre come lo abbiamo conosciuto in Gesù.
Lui, il Padre, lavora, fa crescere ogni cosa per dire ai suoi figli che li ama.
E Gesù lo ringrazia e agisce così anche lui perché abbiamo ad imparare ad agire come lui.
Preghiamo, preghiamo! Perché tutto sia espressione di amore e perciò fonte di gioia.
Con affetto
Don Angelo