Storia ed ipotesi di restauro della Vecchia Chiesa di San Giorgio – parte quinta

Pubblicato su Un Popolo in cammino nell’anno 1993

Storia ed ipotesi di restauro della Vecchia Chiesa di San Giorgio – parte quarta

segue

2.2.7) Stato di conservazione della muratura

Una volta completato il quadro descrittivo di materiali componenti la muratura e le loro alterazioni, parliamo invece ora della muratura costituente la chiesa, nella sua generalità.

Tale muratura è ovviamente colpita maggiormente dal problema dell’umidità, che arriva dal sottosuolo attraverso il fenomeno della pioggia battente con tutti gli effetti secondari che questa provoca (dilavamento meccanico, infiltrazioni, la condensa nel lato interno della parte fredda investita) da danni interni alla struttura (come perdite di grondaie e pluviali, mancato funzionamento dei raccordi dei canali, mancanza assoluta di copertura in vaste zone dell’edificio).

Altro problema rilevato sulla muratura, specie nelle pareti esposte a sud, è la presenza di vegetazione, in particolare di specie rampicanti molto pericolose, poiché esercitano un’azione di tipo fisico-meccanico, incuneandosi tra gli elementi della costruzione, scalzandoli con forza a volte sorprendente; inoltre tale vegetazione, causando la mancata insolazione dell’edificio, ingigantisce fenomeni quali l’umidità e l’invasione capillare oppure la formazione di muschi e licheni.

Infine da citare un fenomeno di dissenso nella muratura a contatto con la torre campanaria. Infatti qui è evidente una fratturazione, dovuta probabilmente all’instaurarsi di un cedimento verso valle di questa parte della costruzione e del terreno circostante.

3) Strutture portanti parzialmente secondarie

Affrontiamo ora la conoscenza delle strutture portanti parzialmente secondarie: le dividiamo in orizzontali (false volte) ed inclinate (capriate e orditure del testo)

3.1) Le false volte

All’interno della chiesa la vera copertura è celata da alcune false volte in legno che poggiano ai loro estremi direttamente sulla muratura e nel centro su archi in laterizio che si ricongiungono sulla duratura stessa.

3.3.1) Stato di conservazione delle false volte

Lo stato di conservazione di queste strutture non è sicuramente dei migliori; esse sono costituite da legno ricoperto da intonaco di calce. Pertanto, a parte i danni che il legname può aver subito nel corso di tutti questi anni a causa di alterazioni fisico-biologiche e soprattutto a causa dell’umidità, nel 1966 in seguito ad un incendio, una parte di esse (nella parte mediale dell’edificio) è addirittura andata distrutta, mentre l’intonaco che le ricopre si è completamente annerito e degradato.

3.2.) Capriate e orditure del tetto

Dal momento che il sottotetto non è accessibile, paradossalmente proprio grazie al grosso squarcio situato nella falsa volta e che lascia intravedere una capriata, siamo riusciti a capire il funzionamento di quest’ultima.

Esso è del tipo più classico, che si basa sul principio statico, tipico della trave reticolare che schematizzata, vede degli elementi spingenti posti in modo inclinato (puntoni) che sono vincolati alle estremità da un elemento orizzontale, la catena, il cui compito è proprio quello d’impedire lo sforzo spingente.

I puntoni sono sostenuti dalle saette che da un lato sono incastrate ai puntoni stessi e dall’altro al monaco, elemento verticale che con opportuni vincoli metallici (staccature) si oppone agli sforzi torcenti e aiuta il sistema a mantenersi complanare.

Detto ciò, per il resto l’orditura del tetto pare quella consueta (composta cioè da falsi puntoni, terzere e correntini).

3.2.1.) Stato di conservazione di capriate e orditura

Questi elementi sono chiaramente tutti in legno (si tratta di veri e propri tronchi con tanto di corteccia) e da quel poco che risultano visibili, sembrano in pessime condizioni.

Infatti sul legname componente l’unica capriata e l’unica terzera a vista, ci sono i chiari segni di deformazioni e fessurazioni dovute sicuramente all’azione dell’umidità, nonché ad altri degradi dovuti all’azione di funghi e probabilmente, dell’incendio.

La situazione si presenta quindi molto delicata poiché è noto che tali strutture godono, molto spesso, di equilibri strutturali che possono venire facilmente alterati, provocando in genere fenomeni di instabilità assai complessi, tanto da coinvolgere anche altre strutture. Basterà pensare a cosa potrebbe provocare il semplicissimo marcamento di un modo della catena – puntone di una capriata; ebbene quest’ultimo, non trattenuto più orizzontalmente, potrebbe indurre delle azioni spingenti sulle murature di sostegno della chiesa, che essendo “vecchie e stanche” si fratturerebbero compromettendo seriamente la stabilità dell’edificio.

4) Strutture portate

Consideriamo infine quelle strutture che definiamo portate dell’edificio. Esse vengono suddivise in tre gruppi e cioè quelle verticali (serramenti), inclinate (manto di copertura) e orizzontali (pavimentazione).

4.1) Serramenti e loro stato di conservazione

Bisogna dire innanzitutto che molte parti della chiesa sono mancanti di serramento (soprattutto nella sacrestia), mentre tutti i serramenti presenti sono in legno molto degradato (fessurazioni, deformazioni) e per la maggior parte privi di vetro. Inutile dire che ciò è molto grave poiché laddove i serramenti non svolgono la loro azione protettiva, l’acqua piovana e gli agenti atmosferici in genere, possono svolgere indisturbati la loro azione distruttiva.

4.2) Manto di copertura e suo stato di conservazione

Il manto di copertura costituito da classici coppi, si trova in condizioni semplicemente disastrate, Infatti la copertura manca totalmente nella sacrestia, nell’abside, oltre che nella zona mediale della chiesa, mentre la maggior parte degli altri coppi rimasti sono maldestramente distribuiti sull’orditura, forse a causa dei vari dissesti subiti. Un’ultimo appunto riguarda le gronde ed i pluviali in lamiera, ormai quasi inesistenti, divelti e totalmente corrosi.

4.3) Pavimentazione e suo stato di conservazione

Il pavimento in cotto, rifatto per l’ultima volta nel 1865, è ridotto a qualche sporadica “pezzatura” di qualche metro quadrato. 

 

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