Natale 2000

fonte immagine: cittanuova.it

Pubblicato su Un Popolo in Cammino

Carissimi, il Natale è la gioia di chi si sente salvato dalla propria nullità senza essere umiliato.

Noi che abbiamo rinnegata la Sua Paterna Maternità rinunciando alla figliolanza, caduti nel sentirci nulla e nell’essere nulla, abbiamo conosciuto la grandezza dell’Amore del Padre.

Lui ha voluto salvarci, attraverso la nostra stessa umanità chiedendo al Figlio Unigenito l’umiltà di assumere la nostra condizione per vivere nella Sua carne il dramma nel nostro ritorno a Lui.

Il periodo del Natale, non a caso, si conclude con la festività liturgica del Battesimo di nostro Signore Gesù Cristo sulle rive del Giordano. E’ il richiamo a vivere ogni giorno il Battesimo come partecipazione della mia vita al mistero di Cristo e io vi partecipo quando consento alla morte e risurrezione di Cristo di essere, per me, l’inizio della nuova vita e impegno la mia responsabilità a permanere in questo cammino.

Allora occorre vivere il Natale dentro le circostanze usandole diversamente da quello che faremmo istintivamente, reattivamente.

La circostanza triste, come può essere quella di una incomprensione delle persone amiche o più care cominciando dalla famiglia e arrivando fino alla vita della comunità, non ci è data per gridare agli altri la loro stupidità, per troncare ogni tipo di rapporto: per queste reazioni non c’è bisogno della venuta di Gesù né della sua passione, morte e risurrezione.

Ogni circostanza grande o piccola, buona o cattiva, è una provocazione che ci obbliga a capire che c’è un’altra cosa più grande che mi permette di portare con pace il mio limite e il limite altrui.

In una preghiera delle lodi la Chiesa ci fa dire:

“Dona, o Dio Onnipotente, alla tua Chiesa che celebra l’Avvento del suo Signore, di non essere sviata per nessuna seduzione dal giusto cammino, ma di vivere nella verità e nell’Amore e di raggiungere la Gloria con Gesù Cristo, Tuo Figlio, che vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli”.

Allora, io devo guardare ai vostri volti, alla vostra presenza come la grande occasione che Dio mi dona, come il Sacramento attraverso il quale Dio mi raggiunge e mi sollecita a camminare verso Lui.

La nostra comunità nella Chiesa è un aiuto, non ci sostituisce nell’affrontare la realtà, ma ci fa dire:

“Se non ci foste voi cosa sarei io ?”

Ma guardate che questo lo può dire un marito alla moglie e la moglie al marito, lo può dire un amico al proprio amico, lo puoi dire anche tu nei confronti di coloro che Dio pone sulla tua strada.

Carissimi, prego perché come Maria è la “Teca” che porta Dio in Cristo, che custodisce nel Suo Grembo, anche ognuno di noi diventi questo scrigno, questa Teca in cui Dio pone la Sua Dimora

ogni giorno!

Vieni Signore Gesù, vieni presto e non tardare, vieni nel mio oggi, nel mio lavoro, nelle mie amicizie, nei miei affetti perché tutto, in me, sia avvolto dalla tua Carità.

Buon Natale

 “ Natale 2000”

Con affetto

Don Angelo

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